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Il quotidiano la Repubblica ha inaugurato il Verdedì, una rubrica di temi ambientali trattati da un punto di vista culturale e ambientale.
Il primo appuntamento è stato, direi giustamente, con Richard Powers, l’autore del Il sussurro del mondo, il libro con cui si è aperto questo blog. Powers, delineando il ruolo che gli scrittori e gli operatori dell’informazione hanno nei riguardi della sensibilizzazione sui temi ambientali, dice alcune cose particolarmente importanti.
Mentre l’informazione ha a che fare con i fatti e i fatti possono generare ansia, la letteratura, dice Powers, ha a che fare con le emozioni e queste, più che i fatti e i numeri, hanno la capacità di farci cambiare le nostre idee. Per questo occorre ingaggiare il cuore, perché riguardo al clima non ci sarà alcuna rivoluzione culturale se prima non ci sarà stata una rivoluzione emotiva. Lo scrittore prosegue dicendo che la sua maggiore gratificazione consiste nell’ascoltare i propri lettori che dicono “dopo la lettura di questo libro ho iniziato a guardare gli alberi in modo diverso”, perché questo è importante, renderci conto che noi umani non siamo più al centro del mondo, non siamo più i padroni della terra; gli alberi sono molto più importanti di noi, c’erano prima di noi e ci sopravviveranno.
Ora se ripenso alle emozioni che questo libro ha scatenato in me, devo dire che mi è accaduto esattamente quanto descritto sopra, ho iniziato a guardare gli alberi in maniera completamente diversa. Addirittura, sono stato preso da un’ansia per un albero che mi è particolarmente caro, una quercia che non ero stato più a visitare nel corso dei miei ultimi viaggi al mio paese di origine e sotto la cui ombra ero spesso andato a riposarmi da bambino e che ho temuto fosse caduta o fosse stata abbattuta. Così quest’estate sono stato a trovarla e ho potuto constatare che è ancora in piedi e in forze, molto più grande di come la ricordavo, e sono rimasto un po’ con lei a guardarla, a toccarla e ho provato a disegnare la sua corteccia rugosa anche se è molto difficile disegnare una quercia. E anche nei confronti delle altre piante ora mi comporto in maniera diversa, cerco di indovinare il loro nome e di notare le differenze e anche se non imparerò a riconoscerli so che devo rispettarli molto più di prima.