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Devo ammettere di essere rimasto intrigato dalla campagna pubblicitaria della terza stagione della serie televisiva Sex Education di e su Netflix (di cui non avevo mai sentito parlare), fin dalla sua prima comparsa nelle stazioni della metropolitana di Milano. Non però dai manifesti recanti grandi fiori, frutti e altri vegetali annuenti alla forma dei genitali maschili e femminili con l’intenzione di rassicurare, spero solo i più giovani, sulla unicità dell’apparato riproduttivo di ognuno, argomento su cui l’artista inglese Jamie McCartney ha realizzato numerose opere tra cui The great wall of vagina e The space of life, ma quanto piuttosto dagli altri che, simili ad affreschi, riportavano le foto dei protagonisti della serie avviluppati da una pianta che nel linguaggio dei fiori illustrava il carattere di ognuno di loro. Il fatto che una serie di successo, per di più rivolta agli adolescenti, impiegasse i fiori in uno stile compositivo che avrebbe potuto ricordare i manuali di botanica e le illustrazioni della vittoriana Kate Greenaway, mi è sembrato subito non casuale e innovativo. Doveva trattarsi di qualche significato che andava al di là dei fiori come riferimento alla natura e al mondo naturale come molti artisti e molte mostre continuano, in alcuni casi stancamente, a ripetere perdendo di vista gli altri significati che vegetali e fiori hanno per la nostra vita.
A beneficio dei molti che, data l’età media dei lettori di questo blog, credo non abbiano mai visto la serie, ma naturalmente i protagonisti sono anche adulti ed essa può essere vista con profitto anche da loro, ecco un breve riassunto. Il giovane Otis Milburn, figlio insicuro di una sessuologa (interpretata da Gillian Anderson) e Maeve una sua coetanea da cui è molto attratto, sono due studenti del liceo Moordale che decidono di avviare un servizio di consulenza sessuale improvvisata. Le conseguenze che ne scaturiranno e le esperienze affettive e sessuali in cui saranno coinvolti costituiscono la trama della serie.
Come dicevo, nei poster ad ognuno dei personaggi è associata una pianta che nel linguaggio dei fiori denota delle caratteristiche della personalità. A Otis Milburn tocca una morella rampicante che simboleggia verità e cura, Maeve Wiley è affiancata a un cardo santo, detto anche erba benedetta, rappresentante valore e forza, la madre di Otis, Jean Milburn, stringe al grembo una Primula che raffigura donna e nascita, per il gruppo degli Intoccabili invece è stata scelta la Corona imperiale simbolo di maestosità e arroganza e così via via per tutti gli altri protagonisti.
Più che l’esattezza dell’abbinamento, ciò che è importante è che i vari protagonisti sono associati in generale al mondo vegetale, a dei ramoscelli, a dei virgulti, per parafrasare che la loro crescita, come quella delle piante, è un processo delicato e dal risultato incerto per tutto ciò che può accadere ad esse, ai fiori e a ognuno di noi. Il mondo vegetale è impiegato per richiamare il concetto di crescita e di sviluppo equilibrato e armonico di una persona, di cui certamente la sessualità è parte importante.
Dopo aver associato ogni protagonista ad una pianta, lo slogan del poster che riunisce tutti i personaggi è: crescere è un lavoro di gruppo, che sottolinea l’importanza del dialogo e della collaborazione tra tutti gli attori. Come sappiamo da recenti studi che sono stati svolti sul mondo vegetale, le piante sviluppano processi collaborativi nel caso dell’arrivo di una minaccia, un fungo, un batterio che attacca qualcuno di loro e anche per gli esseri umani non può esserci crescita al di fuori delle comunità e delle relazioni in cui si svolge la nostra vita.
Il paragone tra la crescita giovanile e il mondo delle piante in passato era più diffuso e adesso sembra scomparso. Nel processo di una sempre più progressiva responsabilizzazione dei giovani si ha l’impressione che il dato della loro effettiva età e del loro sviluppo emotivo e relazionale sia assente e non debba essere preso in considerazione. L’attenzione per l’estrema delicatezza del processo di sviluppo sembra confinarsi verso un’età sempre più bassa e che potremmo quasi fare arrestare al momento in cui i figli ottengono il primo cellulare che li configura e inquadra come esseri rintracciabili e quindi in grado di cavarsela.
Forse la locandina di Sex Education voleva solo ammiccare alla svolta ambientale di cui tutti si riempiono la bocca in questi momenti, ma essa ha comunque il merito di rimettere al centro le piante come simbolo della crescita.
Colpisce quindi che i manifesti della serie raffiguranti fiori e ortaggi ammiccanti alla forma dei genitali siano stati stigmatizzati in Italia da alcune formazioni politiche per il loro carattere esplicito ma purtroppo non c’è limite alla stupidità. Crescere è un progetto di gruppo ma purtroppo non tutti sembrano averlo ancora compreso.
Abstract
I was intrigued by the advertising campaign of the third season of the television series Sex Education by and on Netflix and by the great posters that, like frescoes, reported the photos of the protagonists of the series enveloped by a plant that in the language of flowers illustrated the character of each of them. The fact that a successful series, also aimed at teenagers, employed flowers seemed to me immediately not casual and innovative.