All’inizio di aprile ho visitato allo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, la mostra Tessuto di Cai Yingfei (Zhejiang – Cina – 1991), curata da Ivan D’Alberto direttore della Galleria Yag/garage di Pescara. Il suggestivo spazio, collocato a Milano, in Via Fiori Chiari 16 e di cui consiglio la visita, è una testimonianza della storia della pittura milanese e italiana, dato che questo angolo di Brera, destinato originariamente alle scuderie della famiglia dei conti Panza di Biumo, ospitò dapprima lo studio di Piero Manzoni (Soncino 1933 – Milano 1963) e dopo la sua morte, lo studio del baritono Giuseppe Zecchillo (San Paolo del Brasile, 1929 – Milano, 2011). Zecchillo però appassionato di pittura, non solo non cancellò le tracce di Manzoni, di cui fu collezionista, ma invitò i suoi amici artisti (tra cui Fontana, Bonalumi, Baj, Morlotti, Vermi e molti altri) a omaggiarne la memoria con proprie opere o decorando le formelle della parete vetrata dello studio, ancora visibili.
Continua a leggereMese: Aprile 2022
La fragilità della vita nei Nidi di Tadashi Kawamata e in Meuble Plus di Yona Friedman
Fino al 23 luglio, a Milano, sono visibili i Nidi (Nests in Milan) di Tadashi Kawamata (Hokkaido – 1953), cinque installazioni in legno distribuite sulle facciate di altrettanti edifici della città. La più imponente è quella che riveste completamente la galleria Building, che ha organizzato la mostra, in via Monte di Pietà e che si sviluppa anche all’interno per tutti i suoi tre piani. Le altre quattro, di dimensioni meno significative ma comunque suggestive, sono collocate sul retro del Grand Hotel et de Milan, proprio di fronte alla galleria; sull’angolo del centro Congressi Fondazione Cariplo; nel Cortile della Magnolia a Brera e infine, di fronte all’ADI Design Museum dove, in autunno, l’artista giapponese realizzerà un’opera site specific, riutilizzando i materiali impiegati per Nests in Milan. Contemporaneamente, ma solo fino al 17 aprile, nel giardino della Triennale di Milano, è visibile Meuble Plus, del grande architetto Yona Friedman (Budapest 1923 – Parigi 1920), acquisita alla Collezione Permanente di questo ente e che, a mio modo di vedere, si colloca concettualmente sulla stessa lunghezza d’onda dei Nidi di Kawamata.
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