Non sono molti gli artisti italiani ospitati al Pirelli Hangar Bicocca dalla sua fondazione ad oggi e i loro nomi si contano sulle dita di due mani. Tra i moderni Lucio Fontana e Mario Merz e tra i contemporanei Maurizio Cattelan, Giorgio Andreotta Calò, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Gian Maria Tosatti e l’italo-tedesca Rosa Barba. La mostra dedicata a Chiara Camoni (Piacenza, 1974), a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli in corso fino al 21/07/2024, pone quest’artista, ancora poco nota al grande pubblico italiano, al livello dei grandi nomi finora presentati all’Hangar.
Continua a leggereCategoria: Ceramica
L’arte delle relazioni di cura ad Artissima 2023
La trentesima edizione di Artissima si è chiusa con i numeri lusinghieri di 34.000 visitatori delle 181 gallerie che hanno portato all’attenzione del pubblico circa 1.500 opere. Il tema della rassegna, Relations of Care, era ispirato a un concetto sviluppato dall’antropologo brasiliano Renzo Taddei, Professore di Antropologia presso l’Universidade Federal de São Paulo in Brasile, un autore molto poco noto in Italia, dove non è stato tradotto alcun suo libro, dedicato a formulare un’ipotesi di superamento delle crisi del nostro tempo, prendendo ispirazione dal pensiero indigeno amazzonico e individuando la cura dell’ambiente e della natura circostante, come elementi fondamentali alla sopravvivenza. Non è stato facile riscontrare lo svolgimento del tema che in molti casi non è stato tenuto in alcuna considerazione. Al termine della visita però, riguardando foto e bigliettini, mi è sembrato emergesse che la sua trattazione fosse legata sì ai soggetti ma soprattutto ai materiali impiegati, per lo più sculture in metallo, resine, legno, tessuti e a poche opere pittoriche, come se questa tecnica fosse oggi meno immediatamente capace di realizzare la trattazione del tema.
Continua a leggereAlla Triennale di Milano Siamo Foresta
La FondationCartier pour l’art contemporaine presenta alla Triennale di Milano, fino al 29 ottobre di quest’anno, la mostra Siamo Foresta, curata dall’antropologo francese Bruce Albert. Un grande appuntamento in cui mette in scena un dialogo tra pensatori e difensori delle foreste; tra artisti indigeni – in particolare quelli del Gran Chaco che si trova al nord del Paraguay, al confine con Argentina, Bolivia e Brasile, la zona con il più altro tasso di deforestazione al mondo in cui vivono diciannove comunità indigene e quelli della comunità Yanomami, che vive nell’Amazzonia del Brasile e del Venezuela, minacciati sia dalle attività agricole che dai cercatori di metalli preziosi – e artisti professionisti non indigeni (Brasile, Cina, Colombia, Francia). Per chi volesse approfondire prima di visitarla o per non potesse, consiglio il sito web della fondazione Cartier che presenta in italiano tutti i contenuti organizzati in maniera tematica, dato che quello della Triennale, al contrario, è veramente scarno. I lettori della Città Vegetale sanno inoltre che già due anni fa avevamo presentato il volume Come pensano le foreste dell’antropologo canadese Eduardo Kohn e come quindi la problematica del rapporto tra esseri umani e viventi, sia un tema ben presente a chi scrive.
Continua a leggereCosa è e come si rappresenta il sacro oggi? Le risposte di Camilla Marinoni
Cosa è e come si rappresenta il sacro oggi, dopo che per centinaia di anni l’arte si è basata principalmente sulla illustrazione di scene del vecchio e nuovo testamento, di miti pagani e di esseri umani alla ricerca dell’assoluto per poi essersi progressivamente secolarizzata? Una piccola mostra di Camilla Marinoni (Bergamo, 1979), svoltasi al Mo.Ca di Brescia e curata dalle studentesse del laboratorio L’evento d’arte del DAMS coordinate dal professor Daniela Perra, mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con la ricerca di questa giovane artista e con la sua risposta a questa domanda.
Continua a leggereEquorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) alla Building Gallery di Milano
La Building Gallery di Milano ha lanciato nel corso del 2018 il progetto BuildingBox, con cui una delle vetrine che affacciano sulla via Monte di Pietà viene destinata periodicamente all’opera di un artista di modo che la stessa sia visibile allo spettatore senza che sia necessario entrare nella Galleria e soprattutto ad ogni ora del giorno e della notte, visto che la vetrina resta permanentemente illuminata. Da Gennaio di quest’anno essa ospita le opere dell’iniziativa Equorea dove 12 tra artiste e artisti italiani, uno per ogni mese dell’anno, presentano, in una formula tra la personale e la collettiva, un lavoro dedicato al tema dell’acqua variamente intesa nel senso di: risorsa necessaria per la nostra vita, mare, oceano, elemento naturale costitutivo della materia di cui è fatto l’universo che, alla luce dei rischi di siccità che corriamo, ha acquisito un nuovo rilievo anche dal punto di vista artistico, anche se, come avevo commentato in un mio precedente articolo su questa rivista, essa non appariva tra i soggetti solitamente trattati dall’arte ambientale. In quell’articolo evidenziavo quattro differenti visioni delle distese d’acqua del globo: 1) museo; 2) luogo del mito e della fantasia: 3) luogo di riscatto politico-sociale; 4) urgenza ambientale.
Continua a leggereAna Hillar ascolta il respiro
L’artista argentina Ana Hillar (Santa Fe, 1970) presenta fino al 7 ottobre, alla Tempesta Art Gallery di Milano, la sua mostra Tummo dedicata al respiro (Tummo è il nome di una tecnica di respirazione praticata dai monaci buddisti per sopravvivere in condizioni estreme), attività involontaria, principio alla base della nostra vita e di quella di tutti gli altri esseri viventi. Sulla parete di fondo della galleria campeggia la riproduzione del nostro apparato respiratorio realizzato mediante un reticolo di cannule di gres collegate tra di loro a rappresentare i bronchi. Sulla parete laterale sinistra, invece, due sculture rappresentano gli alveoli polmonari. Al centro sala, dei grandi vasi appoggiati a terra aprono le loro bocche, all’interno delle quali una serie di filamenti esprimono l’energia della natura e dei corpi dei viventi e infine, sulla destra entrando dei rametti in terraglia formano un grande nido.
Continua a leggereQuattro visioni dell’oceano e i 50 Mari di Mathieu Lehanneur
Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.
Continua a leggereA Lodi la Natura Risponde
A Lodi è ancora visitabile la mostra collettiva Natura Risponde curata da Angela Madesani e organizzata dall’ Associazione21, promossa nel 2019 dall’artista Pierpaolo Curti assieme ad un gruppo di amici. Curti ci tiene però a precisarmi che qui è presente in veste di operatore culturale e di guida e non espone le sue opere anche se alcune di queste sono però visibili nel suo studio che si trova a fianco allo spazio in cui si svolge la rassegna. L’associazione non ha avuto vita facile perché, subito dopo la sua costituzione è incappata nel Covid che nel territorio lodigiano ha avuto avvio. Oggi, pertanto, mentre stiamo cercando di lasciarci alle spalle questo periodo, una esposizione sull’argomento natura è l’occasione per interrogarci sulla relazione tra le forme dell’agire umano e le conseguenze che esso provoca e che si ripercuotono sullo stesso.
Continua a leggerePer Barbara De Ponti l’Arte deve ispirarsi alla Scienza
Per sintetizzare il lavoro di Barbara De Ponti (Milano-1975) si potrebbe dire che esso si è concentrato, finora, sui grandi temi dello spazio e del tempo e si è concretizzato in una serie di eventi denominati “Planning Costellation” (2009), “Speaking Things” (2009), “La luce naturale delle stelle” (2012), “To identity” (2015), tutti ben illustrati nel piccolo volume “Isolario-appunti geografici sull’opera di Barbara De Ponti” (a cura di Alessandro Castiglioni-Postmediabooks) e poi “Clay Time Code” (2016) e “Forma mentis” (2018), di cui potete vedere delle immagini a fine articolo. Non descriverei però compiutamente la sua indagine, se non parlassi del retroterra culturale e metodologico che la sorregge e che inquadra il suo lavoro.
Continua a leggereLuciano Mello Witkowski Pinto, un artista dalla parte dell’innocenza
Luciano Mello Witkowski Pinto (Americana, 1972) è un artista brasiliano che si è diplomato in scultura all’Accademia delle Belle Arti di Brera e che è tornato da alcuni anni a vivere in Italia. La sua vita artistica ha inizio a 12 anni quando un suo disegno viene notato da un insegnante che lo convince a prendere lezioni di anatomia. Dopo aver frequentato il liceo tecnico, che gli fornisce delle solide basi per la conoscenza dei materiali delle sue successive opere di scultura, viene a studiare a Milano, dove conoscerà Margherita Leoni, l’artista bergamasca di cui ho parlato due settimane fa e che diventerà sua moglie. In Brasile ha un suo laboratorio e inizia a realizzare sculture in marmo e bronzo, materiali che poi abbandonerà a favore di compositi di vario tipo che gli danno la possibilità di realizzare le forme e gli effetti desiderati.
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