Uomini, natura e denaro nel “Capitalocene” di Silvio Valpreda

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Silvio Valpreda-Illustrazione dal libro “Capitalocene. Appunti da una nuova era” (dettaglio)-2020

Ci sono argomenti complessi che non sono di facile spiegazione. Per fortuna ci sono autori che, grazie ai particolari strumenti di cui dispongono, sono in grado di renderli facilmente comprensibili, come nel caso di Silvio Valpreda e del breve libro “Capitalocene. Appunti da una nuova era”, da poco uscito in libreria. Silvio Valpreda (1964), di formazione ingegnere meccanico, è un designer, artista e scrittore che da anni conduce una particolare ricerca legata alle questioni sociali, impiegando grafica, fotografia e scrittura come mezzi di indagine parallela.

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Una rosa sullo scrittoio. Il “Viaggio intorno alla mia camera” di Xavier de Maistre

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Carolineee1991-Dried Rose- CC BY-SA

Oggi molti di noi rivivono lo stato d’animo in cui si trovava lo scrittore, pittore e uomo d’armi, Xavier De Maistre, al termine del suo “Viaggio intorno alla mia camera”, il diario dei 42 giorni di reclusione nella sua stanza di 16 metri a Torino, a cui era stato condannato per la partecipazione a un duello non autorizzato. Giunto alla fine della sua quarantena, alla sua Fase 2, egli era combattuto tra il desiderio di essere libero e poter finalmente uscire e il timore di tornare a una vita di obblighi e di doveri. Naturalmente sapeva che, come noi, avrebbe scelto di tornare alla normalità: “un potere segreto mi trascina e mi dice che ho bisogno dell’aria e del cielo e che la solitudine rassomiglia alla morte”.

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La nona onda

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Ivan Konstantinovic Ajvazovskij – La nona onda- 1850

“La nona onda” è un dipinto del 1850 di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, attualmente esposto al Museo di Stato di San Pietroburgo. Raffigura alcuni uomini, scampati a un naufragio, aggrappati a quello che resta del pennone della nave su cui erano imbarcati. Il cielo si sta aprendo ma il mare infuria ancora e la più grande delle onde, che si ripeterebbero secondo la tradizione marinara a gruppi di nove sempre più grandi, sta per abbattersi su di loro.

Il quadro, a cui si è ispirato anche l’artista cinese Cai Guo Qiang per la realizzazione di una sua opera omonima nel 2014, può essere visto come una metafora della situazione che il genere umano sta vivendo nell’attuale pandemia. Stiamo resistendo e limitando i danni ma la nostra “nona onda” è questa o deve ancora arrivare?

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Non solo ILVA: fare arte a Taranto

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Domenico Campagna-Dal buio alla luce-Polimaterica

In questi giorni, chiusi in casa, stiamo facendo scorpacciate di cinema, spettacoli teatrali e culturali, esposizioni, mostre e concerti approfittando del grande magazzino di opere disponibile on-line. Questo stock di opere è arricchito costantemente di nuove realizzazioni grazie agli artisti, più e meno noti, che con il loro lavoro alimentano l’industria culturale e che giungono a noi con percorsi originali e inconsueti. Qui vi parliamo della buona pratica per lo sviluppo delle arti figurative realizzata a Taranto.

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Arte e verde in carcere

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Giuseppe Loverso-Il carcere è simile al cimitero non rimane mai vuoto-1990

La Dott.ssa Cosima Buccoliero, direttrice del carcere di Bollate (MI), in un bel TED dedicato alla realtà carceraria italiana, fa notare che, se ci fosse chiesto di disegnare la pianta di una città, molti di noi dimenticherebbero di inserire il carcere perché non sanno o non vogliono immaginarselo. Per rendere chiaro cosa esso sia, usa tre sostantivi: reclusione, privazione, dipendenza. Si è ristretti in uno spazio, si è privati delle libertà, si dipende dagli altri per qualsiasi cosa, anche per un’aspirina. A tutto ciò si aggiunge il sovraffollamento che amplifica e peggiora le condizioni della detenzione.

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Ripartire dal bunker

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Lorenzo Gatti-Trofeo Cornice Bianca-2002-Acrilico su legno e cerniere di ottone-150x80x12-
Foto di Mauro Ghiglione 2020

In un’intervista apparsa il 2 aprile sul Corriere della Sera, l’arch. Renzo Piano ha affermato: “Soffro al pensiero che tutto quello che ho costruito è vuoto”. Purtroppo, non sono solo gli edifici che portano la sua firma ad avere subito questo destino. Sono vuoti anche tutti gli spazi realizzati per ospitare grandi numeri di persone: fiere, università, musei, stadi, assieme agli uffici di grandi e piccole aziende. Le città oggi sono deserte e potrebbero apparire, a un osservatore alieno, le vestigia di una civiltà scomparsa, come le piramidi egizie o incas. Per questo motivo, anche se il presidente della Triennale di Milano l’arch. Stefano Boeri ci ricorda che “è sempre pericoloso affidarsi eccessivamente alla contemporaneità perché si rischia di annebbiare il nostro sguardo”, avvertiamo la necessità di avere risposta a alcune questioni che bussano alla nostra mente.

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Novacene: l’era dei Cyborg

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Neil Harbisson – Sonochromatic – New York – Art Pollock Gallery – 2014 CC BY-SA

È uscito da pochi giorni, in Italia, il libro di James Lovelock “Novacene. L’età dell’iperintelligenza”, pubblicato da Boringhieri. Lovelock è uno scienziato noto per aver teorizzato, nel 1973, la Terra come un unico sistema vivente, chiamato con il termine Gaia, ma anche per aver ideato tanti brevetti alla base dell’esplorazione dell’Universo. Negli anni ’70, realizzò un dispositivo per la ricerca di composti organici, inviato su Marte con le sonde Viking.

Secondo Lovelock, stiamo per entrare in una nuova era geologica, il Novacene. Per spiegare questa intuizione, ripercorre la storia di Gaia, descrivibile in tre fasi fondamentali, a partire dal ruolo del sole per lo sviluppo del sistema vivente.

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Per i musei è tempo di muoversi

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Mappa del nuovo mondo – Rossana Baroni – RB© – 2020

Di tutti i futuri possibili quello che stiamo vivendo è certamente quello che avevamo immaginato meno. Temevamo il terrorismo islamico o l’invasione degli ultracorpi oppure speravamo di raggiungere Marte nei prossimi anni, ma non avevamo pensato che saremmo dovuti restare chiusi in casa, per difenderci da un nemico invisibile che può anche ucciderci.

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L’agricoltura non è più un soggetto per l’arte?

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Geometrie Rurali -Copyright Stefano Barattini – 2019

Alcuni mesi fa è stato chiesto alla Città Vegetale perché l’Arte Contemporanea, nelle sue varie e multiformi manifestazioni, non si occupi “dell’agricoltura moderna” nelle forme assunte a seguito della “Rivoluzione Verde”. Si tratta, infatti, di un settore economico fondamentale per la nostra esistenza, al quale è affidata la produzione dei beni alimentari ma anche la cura di gran parte del nostro territorio, con gli ovvi riflessi che essa ha su ambiente e clima.

È evidente che questa affermazione non è vera, piuttosto le modalità con cui avviene sono particolari e dipendono dalla diversa visione dell’agricoltura che si è affermata.

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Aria e Fuoco. Aerocene o Pirocene?

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Aerocene-flights – licensed under CC BY SA 4.0 – 2020

Secondo i primi filosofi greci, terra, fuoco, acqua e aria erano i quattro elementi che, interagendo tra loro, avevano dato origine al mondo. A distanza di oltre duemila anni, questa intuizione mantiene ancora la sua attualità. I timori per l’ambiente, infatti, ruotano attorno allo stato di conservazione di questi quattro elementi o alle conseguenze di un loro uso dissennato. Su questi argomenti può accadere però che arte e scienza abbiano visioni opposte, come quando, ad esempio si parla di aria e fuoco, ovvero di Aerocene e Pirocene, le nuove Ere a loro collegate, in cui si troverebbe la Terra.

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