L’artista senegalese-italiana Binta Diaw (1995) presenta a Milano, fino al 6 dicembre, alla Galleria Prometeo di Ida Pisani, la mostra La plage noir, una nuova opera in cui sviluppa i temi della libertà e dell’emancipazione in un contesto post-coloniale, già toccati in precedenti esposizioni come Chorus of soil del 2019 e Dïà s p o r a del 2021. Nell’installazione impiega materiali e mezzi espressivi che rappresentano ormai una sua costante: acqua, terra, semi, piante come simboli di rete, rifugio, vita, libertà, connessi idealmente mediante fili annodati a mo’ di trecce, raffigurazione storica e antropologica della condizione delle popolazioni, in particolare femminili, sottoposte al dominio delle potenze coloniali, a cui si uniscono immagini del proprio corpo fotografato in modo da renderlo simile ad un paesaggio naturale, come nella serie Paysages Corporelles series del 2019.
Continua a leggereCategoria: cultura
I Giardini di Marco Eusepi in mostra a Noto
Noto (SR), capitale del Barocco divenuta Patrimonio dell’Unesco, è stata definita dallo storico dell’arte Cesare Brandi (1906-1988) Giardino di Pietra, per la ricchezza dei decori dei propri palazzi. Appare pertanto non casuale che proprio qui, nella splendida cornice del piano nobile del palazzo Trigona di Cannicarao, riaperto per l’occasione dopo oltre quarant’anni di chiusura, sia stata presentata e resterà visibile fino al 15 settembre, a completamento della vegetazione lapidea della città, la mostra Gardens di Marco Eusepi (Anzio 1991), che accoglie opere recenti o realizzate appositamente, i cui motivi vegetali si stagliano sulle pareti spoglie del palazzo e che, trovandomi nella località siciliana, ho avuto la fortuna di visitare.
Continua a leggereAlla Biennale di Venezia c’è un Giardino della Sapienza
Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi (780 circa – 850 circa) fu un matematico, astronomo e geografo, nato probabilmente nella regione di Corasmia e cresciuto nella città di Khiva, vicino il lago Aral, che oggi sono parte del territorio dell’Uzbekistan. Quando il Califfo al-Ma’mun creò a Baghdad la Casa della saggezza, conosciuta anche come la Grande Libreria di Baghdad, destinata alla raccolta del sapere, egli vi entrò a farne parte. Scrisse il volume al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-jabr wa l-muqābala, che gli valse il titolo di padre dell’algebra (al-jabr) nel quale raccolse le nozioni di calcolo provenienti dalla tradizione indiana e greca, fornendo le modalità di soluzione di problemi di eredità, accordi commerciali, misurazione di terreni, che si verificavano nella vita di tutti i giorni. Il suo nome latinizzato, Algorizmi, divenuto poi Algoritmo, è oggi comunemente impiegato per descrivere un processo che porta, in un numero finito di passi, alla risposta ad una domanda o alla soluzione di un problema. Compilò tavole astronomiche (Zij) che davano informazioni sul calendario, sui movimenti del sole, pianeti, figure dello zodiaco. Infine, coordinò gli studi per la misurazione della circonferenza della Terra e realizzò una versione rivista e corretta della Geografia di Tolomeo.
Continua a leggereLa Natura Sovrana di Francesco Santosuosso
Immergendomi tra le opere della mostra Natura Sovrana di Francesco Santosuosso (Milano – 1959) in corso alla Galleria Rubin di Milano fino al 29 maggio, ho provato la sensazione che non si trattasse di paesaggi, nonostante essi da un punto di vista puramente definitorio lo siano, assieme a tutta la gamma di opposti sentimenti che si avvertono allorquando ci si trova di fronte a degli ambienti naturali: paura, timore, pace, quiete. Provo a spiegarvi perché.
Continua a leggereI sottili capelli di Cai Yingfei tengono assieme le relazioni
All’inizio di aprile ho visitato allo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, la mostra Tessuto di Cai Yingfei (Zhejiang – Cina – 1991), curata da Ivan D’Alberto direttore della Galleria Yag/garage di Pescara. Il suggestivo spazio, collocato a Milano, in Via Fiori Chiari 16 e di cui consiglio la visita, è una testimonianza della storia della pittura milanese e italiana, dato che questo angolo di Brera, destinato originariamente alle scuderie della famiglia dei conti Panza di Biumo, ospitò dapprima lo studio di Piero Manzoni (Soncino 1933 – Milano 1963) e dopo la sua morte, lo studio del baritono Giuseppe Zecchillo (San Paolo del Brasile, 1929 – Milano, 2011). Zecchillo però appassionato di pittura, non solo non cancellò le tracce di Manzoni, di cui fu collezionista, ma invitò i suoi amici artisti (tra cui Fontana, Bonalumi, Baj, Morlotti, Vermi e molti altri) a omaggiarne la memoria con proprie opere o decorando le formelle della parete vetrata dello studio, ancora visibili.
Continua a leggereLa fragilità della vita nei Nidi di Tadashi Kawamata e in Meuble Plus di Yona Friedman
Fino al 23 luglio, a Milano, sono visibili i Nidi (Nests in Milan) di Tadashi Kawamata (Hokkaido – 1953), cinque installazioni in legno distribuite sulle facciate di altrettanti edifici della città. La più imponente è quella che riveste completamente la galleria Building, che ha organizzato la mostra, in via Monte di Pietà e che si sviluppa anche all’interno per tutti i suoi tre piani. Le altre quattro, di dimensioni meno significative ma comunque suggestive, sono collocate sul retro del Grand Hotel et de Milan, proprio di fronte alla galleria; sull’angolo del centro Congressi Fondazione Cariplo; nel Cortile della Magnolia a Brera e infine, di fronte all’ADI Design Museum dove, in autunno, l’artista giapponese realizzerà un’opera site specific, riutilizzando i materiali impiegati per Nests in Milan. Contemporaneamente, ma solo fino al 17 aprile, nel giardino della Triennale di Milano, è visibile Meuble Plus, del grande architetto Yona Friedman (Budapest 1923 – Parigi 1920), acquisita alla Collezione Permanente di questo ente e che, a mio modo di vedere, si colloca concettualmente sulla stessa lunghezza d’onda dei Nidi di Kawamata.
Continua a leggereSpore e Metaspore tra Torino e Milano, le mostre di Carlo Steiner e Anicka Yi
A Torino, alla galleria Gagliardi e Domke Contemporary, fino al 19 maggio e a Milano al Pirelli HangarBicocca, fino al 27 luglio, sono di scena rispettivamente le Spore di Carlo Steiner (Rieti, 1957) e le Metaspore di Anicka Yi (Seoul, 1971). Due mostre molto diverse, accomunate dalla presenza nel titolo e in sala delle spore, cioè di una forma di vita che nel regno vegetale e nei funghi, di cui si occupa Steiner, serve alla riproduzione, mentre nei batteri, a cui è più interessata Anicka YI, è impiegata a mantenere in vita una specie allorquando le condizioni ambientali sono avverse, restando in uno stato latente, fino al momento in cui trovano un substrato giusto per far ripartire il processo di germinazione. Pur trattandosi di tecniche diverse, pittura per Steiner, scultura per Anicka Yi, le mostre trattano dell’intervento dei processi naturali, a livello microscopico, nel lavoro artistico e di quale sia il ruolo dell’artista.
Continua a leggereL’antropologia Domestica di Silvia Camporesi
Dei periodi di chiusura associati alla pandemia si è detto molto sia dal punto di vista degli effetti sui cittadini che dal punto di vista di quelli sugli artisti. Per molte famiglie e in particolare per le donne è stato un periodo molto impegnativo, lavorare e vivere in uno spazio ristretto ha messo alla prova le relazioni personali, si è parlato di aumento della violenza domestica, ad esempio, ma ha anche dato spazio a nuove abitudini e tradizioni alimentari come fare il pane. Per gli artisti si è parlato di apatia, difficoltà, occasione di spunti, di riflessione. Silvia Camporesi (Forlì-1973) presenta ora alla Other Size Gallery, fino al 4 marzo, il suo lavoro Domestica in cui, attraverso le fotografie realizzate assieme alle sue due piccole bambine, ci propone un’antropologia della vita domestica.
Durante il lockdown uno degli aspetti certamente più sottolineati era il contrasto interno/esterno. Mentre noi esseri umani eravamo rinchiusi in casa, fuori la natura, vegetale e animale, si riprendeva i suoi spazi ma noi potevamo solo osservarla dall’interno o guardare le immagini che ci venivano riportate. Paradossalmente però, ma non tanto, in questo lavoro di Silvia Camporesi il giardino, di cui pure la casa è dotata, è quasi assente perché quello che è importante è ciò che accade in casa, nello spazio in cui si convive, lo spazio confinato. Qui c’erano una donna, madre-fotografa, due figlie bambine, forse non ancora in età scolare e un cane che hanno reinterpretato lo spazio domestico e creato la propria antropologia domestica.
Continua a leggereFrançois de Nomé, attualità di un pittore del Seicento
Mi sono imbattuto in François de Nomé (Metz c. 1593 – Napoli 1624) leggendo Decadenza di Michel Onfray. In apertura del volume, il filosofo francese illustra il quadro che apre questo articolo, intitolato Rovine fantastiche con Sant’Agostino e il bambino che riproporrebbe una leggenda riguardante il Santo. Sotto un cielo nero, una città che deve essere stata di grande bellezza, sta rovinando su una spiaggia su cui si è arenata una barca con il suo equipaggio, mentre Sant’Agostino si rivolge a un bambino nudo che sta cercando di svuotare il mare con una conchiglia. A lui che gli spiega che il suo progetto è destinato a fallire, il bambino, che in realtà è un angelo, risponde che lui farà in tempo a travasare tutto il mare prima che il filosofo possa comprendere il mistero della trinità.
Continua a leggereDebora Antonello e la magnifica precarietà del mondo
Debora Antonello ha esposto, purtroppo per un periodo troppo breve, i dipinti e le grafiche realizzati negli ultimi due anni, allo Spazio Arte Tolomeo Milano, una galleria costituita da un’ampia sala che con le sue pareti nere consentiva di far risaltare le tinte forti dei suoi lavori. Questa artista, nata a Cittadella in provincia di Padova nel 1967, vive oggi nel Chianti dove si trasferisce alcuni anni fa in cerca di solitudine, attratta certamente dalla bellezza delle sue colline ma anche dall’essere terra di eremi come quello di San Pietro alle Stinche, fondato da Padre Giovanni Vannucci a Panzano in Chianti. La Toscana, del resto, è stata terra di comunità e di personalità religiose che hanno avuto una notevole influenza nella nostra storia.
Continua a leggere