La nona onda

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Ivan Konstantinovic Ajvazovskij – La nona onda- 1850

“La nona onda” è un dipinto del 1850 di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, attualmente esposto al Museo di Stato di San Pietroburgo. Raffigura alcuni uomini, scampati a un naufragio, aggrappati a quello che resta del pennone della nave su cui erano imbarcati. Il cielo si sta aprendo ma il mare infuria ancora e la più grande delle onde, che si ripeterebbero secondo la tradizione marinara a gruppi di nove sempre più grandi, sta per abbattersi su di loro.

Il quadro, a cui si è ispirato anche l’artista cinese Cai Guo Qiang per la realizzazione di una sua opera omonima nel 2014, può essere visto come una metafora della situazione che il genere umano sta vivendo nell’attuale pandemia. Stiamo resistendo e limitando i danni ma la nostra “nona onda” è questa o deve ancora arrivare?

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Non solo ILVA: fare arte a Taranto

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Domenico Campagna-Dal buio alla luce-Polimaterica

In questi giorni, chiusi in casa, stiamo facendo scorpacciate di cinema, spettacoli teatrali e culturali, esposizioni, mostre e concerti approfittando del grande magazzino di opere disponibile on-line. Questo stock di opere è arricchito costantemente di nuove realizzazioni grazie agli artisti, più e meno noti, che con il loro lavoro alimentano l’industria culturale e che giungono a noi con percorsi originali e inconsueti. Qui vi parliamo della buona pratica per lo sviluppo delle arti figurative realizzata a Taranto.

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L’agricoltura non è più un soggetto per l’arte?

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Geometrie Rurali -Copyright Stefano Barattini – 2019

Alcuni mesi fa è stato chiesto alla Città Vegetale perché l’Arte Contemporanea, nelle sue varie e multiformi manifestazioni, non si occupi “dell’agricoltura moderna” nelle forme assunte a seguito della “Rivoluzione Verde”. Si tratta, infatti, di un settore economico fondamentale per la nostra esistenza, al quale è affidata la produzione dei beni alimentari ma anche la cura di gran parte del nostro territorio, con gli ovvi riflessi che essa ha su ambiente e clima.

È evidente che questa affermazione non è vera, piuttosto le modalità con cui avviene sono particolari e dipendono dalla diversa visione dell’agricoltura che si è affermata.

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Una piantina mi aiutò a sopravvivere. La vita di Eva Panic Nahir narrata da David Grossman

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Eva Panic Nahir con il marito e la figlia a Belgrado nel 1946 – foto con licenza CC-BY-3.0-RS

“La vita gioca con me” è l’ultimo romanzo di David Grossman, pubblicato nel 2019. Racconta la storia, terribile e bellissima, di Eva Panic Nahir, che nel romanzo si chiama Vera Novak, di sua figlia Nina e della nipote Ghili. Tre donne unite e divise dalla decisione di Vera che, rifiutandosi di definire spia stalinista il marito Milos, comunista serbo morto suicida in carcere, viene condannata al Gulag e costretta ad abbandonare la figlia di tre anni. La decisione di Vera ha segnato profondamente la vita di Nina, che ha lasciato il marito Rafi e la figlia Ghili e si è rifugiata in un’isola oltre il circolo polare artico e anche quella di Ghili che, a sua volta, ha un rapporto molto difficile con la madre.

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A caccia per…Fame

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Edoardo Manzoni – Allodoliere

Animali e vegetali hanno avuto, fino a un certo punto, storie simili. Sostituiti dalle macchine e allontanati dalle città i primi, sdradicati per fare posto a case e infrastrutture i secondi, vi hanno fatto rientro sotto forme diverse. Pets e peluches nel primo caso, piante da appartamento nel secondo. Per gli animali selvatici o esotici sono stati allestiti gli zoo, anche sotto forma di parchi (in Italia ve ne sono complessivamente 15 riuniti dalla UIZA), che resistono e si sviluppano, nonostante le condizioni di vita degli ospiti siano solo una simulazione di quella reale. Le piante velenose si possono trovare nei giardini botanici, ma guardare un vegetale che potrebbe essere nocivo per la nostra vita non ha, per noi umani, lo stesso fascino che guardare un animale.

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Gesti Vegetali

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  • Giuseppe Penone – Gesto Vegetale “Eva di Autun” – 1983 – archivio personale

Ognuno di noi si chiede cosa poter fare per l’ambiente. Piantare alberi, ridurre il consumo di materiali monouso, favorire produzioni sostenibili, sono alcune delle azioni virtuose che possiamo compiere ma anche l’arte, a suo modo, può ispirarci. Ne ho avuto una riprova durante la visita della mostra “Incidenze del vuoto”, di Giuseppe Penone, uno dei più importanti artisti italiani, esponente del movimento Arte Povera, conclusasi da poco a Cuneo.

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Filari, siepi e grovigli

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Ampelio Tettamanti – Groviglio – 1960/61 – Olio su tela – Collezione Silvana Tettamanti

Ampelio Tettamanti (1914-1961) fu esponente di quel gruppo di artisti del realismo milanese, formato, tra gli altri, da Giovanni Fumagalli, Aldo Brizzi, Angelo Ferreri, Maria Antonietta Ramponi, Giuseppe Scalvini, che, negli anni ’50, si riuniva nella galleria “Borgonovo 15”. Artista politicamente impegnato, dipinse operai, contadini, mondine, donne intente al lavoro domestico, fabbriche, le Bovise.

Ampelio Tettamanti – Ciminiere alla Bovisa – 1958 – Olio su tela – Collezione privata

I suoi lavori si aggiudicarono numerosi premi: nel 1955 il premio Suzzara, nel 1958 il premio Modigliani e nel 1961 il premio Ramazzotti. Viaggiò in Cina e Russia, dove schizzò scene di vita quotidiana e disegnò per Feltrinelli la copertina, della prima edizione, del Dottor Zivago di Boris Pasternak.

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In principio era l’orto

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Ortaggi- ©   Francesco de Vincenzi – Centro Antico di Isernia – 2013

Gilles Clément, il celebre paesaggista, ma anche ingegnere agronomo, entomologo, botanico, filosofo; nel suo saggio “Breve Storia del Giardino”, afferma che il primo giardino è un orto. L’uomo nomade decide di interrompere le proprie peregrinazioni per un motivo eminentemente alimentare, perché ha trovato un luogo dove poter coltivare i propri alimenti. Il primo giardino è anche un recinto, perché quegli alimenti non sono a disposizione di tutti e va protetto.

La più felice espressione del connubio tra giardino e orto è l’orto dei re a Versailles, il giardino alimentare che deve assicurare il rifornimento della tavola reale, ma anche il luogo di sperimentazione di tecniche di coltivazione e di potatura.

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Turismo No PAV?

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Trèfle– Dominique Gonzalez-Foerster-PAV-1965-archivio personale-2019

Il Corriere Innovazione/News ha pubblicato, in accordo con Volagratis.com, un elenco delle 10 migliori opere di Land Art sparse in giro per il mondo: dal cuore della Russia alle montagne del Trentino-Alto Adige.

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Nature a confronto

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Remains: Vallée de Joux – Quayola – 2018 – Ultra high resolution print (dettaglio) – archivio personale – 2019

L’Orto Botanico di Padova, primo orto botanico al mondo, istituito nel 1545, patrimonio dell’Unesco e luogo di enorme pace e bellezza ospita, fino al 6 gennaio 2020, l’esposizione “Seconda Natura” dell’artista italiano Quayola (1982).

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