Di tutti i futuri possibili quello che stiamo vivendo è certamente quello che avevamo immaginato meno. Temevamo il terrorismo islamico o l’invasione degli ultracorpi oppure speravamo di raggiungere Marte nei prossimi anni, ma non avevamo pensato che saremmo dovuti restare chiusi in casa, per difenderci da un nemico invisibile che può anche ucciderci.
Continua a leggereL’agricoltura non è più un soggetto per l’arte?
Alcuni mesi fa è stato chiesto alla Città Vegetale perché l’Arte Contemporanea, nelle sue varie e multiformi manifestazioni, non si occupi “dell’agricoltura moderna” nelle forme assunte a seguito della “Rivoluzione Verde”. Si tratta, infatti, di un settore economico fondamentale per la nostra esistenza, al quale è affidata la produzione dei beni alimentari ma anche la cura di gran parte del nostro territorio, con gli ovvi riflessi che essa ha su ambiente e clima.
È evidente che questa affermazione non è vera, piuttosto le modalità con cui avviene sono particolari e dipendono dalla diversa visione dell’agricoltura che si è affermata.
Continua a leggereAria e Fuoco. Aerocene o Pirocene?
Secondo i primi filosofi greci, terra, fuoco, acqua e aria erano i quattro elementi che, interagendo tra loro, avevano dato origine al mondo. A distanza di oltre duemila anni, questa intuizione mantiene ancora la sua attualità. I timori per l’ambiente, infatti, ruotano attorno allo stato di conservazione di questi quattro elementi o alle conseguenze di un loro uso dissennato. Su questi argomenti può accadere però che arte e scienza abbiano visioni opposte, come quando, ad esempio si parla di aria e fuoco, ovvero di Aerocene e Pirocene, le nuove Ere a loro collegate, in cui si troverebbe la Terra.
Continua a leggereUrban Art: un museo sempre aperto
Il Coronavirus o Covid-19, ha costretto alla chiusura di vari luoghi in cui si svolge abitualmente la nostra vita e tra questi i musei. Il divieto è stato, però, l’occasione per riflettere che le opere d’arte non sono collocate soltanto in importanti edifici appositamente dedicati ad accoglierle, ma anche negli spazi aperti delle città. Non ci riferiamo soltanto alle statue o alle nuove realizzazioni degli architetti di grido, ma a quella espressione artistica raccolta sotto il nome di Street Art o di Urban Art.
Continua a leggereUna piantina mi aiutò a sopravvivere. La vita di Eva Panic Nahir narrata da David Grossman
“La vita gioca con me” è l’ultimo romanzo di David Grossman, pubblicato nel 2019. Racconta la storia, terribile e bellissima, di Eva Panic Nahir, che nel romanzo si chiama Vera Novak, di sua figlia Nina e della nipote Ghili. Tre donne unite e divise dalla decisione di Vera che, rifiutandosi di definire spia stalinista il marito Milos, comunista serbo morto suicida in carcere, viene condannata al Gulag e costretta ad abbandonare la figlia di tre anni. La decisione di Vera ha segnato profondamente la vita di Nina, che ha lasciato il marito Rafi e la figlia Ghili e si è rifugiata in un’isola oltre il circolo polare artico e anche quella di Ghili che, a sua volta, ha un rapporto molto difficile con la madre.
Continua a leggereA caccia per…Fame
Animali e vegetali hanno avuto, fino a un certo punto, storie simili. Sostituiti dalle macchine e allontanati dalle città i primi, sdradicati per fare posto a case e infrastrutture i secondi, vi hanno fatto rientro sotto forme diverse. Pets e peluches nel primo caso, piante da appartamento nel secondo. Per gli animali selvatici o esotici sono stati allestiti gli zoo, anche sotto forma di parchi (in Italia ve ne sono complessivamente 15 riuniti dalla UIZA), che resistono e si sviluppano, nonostante le condizioni di vita degli ospiti siano solo una simulazione di quella reale. Le piante velenose si possono trovare nei giardini botanici, ma guardare un vegetale che potrebbe essere nocivo per la nostra vita non ha, per noi umani, lo stesso fascino che guardare un animale.
Continua a leggereGesti Vegetali
Ognuno di noi si chiede cosa poter fare per l’ambiente. Piantare alberi, ridurre il consumo di materiali monouso, favorire produzioni sostenibili, sono alcune delle azioni virtuose che possiamo compiere ma anche l’arte, a suo modo, può ispirarci. Ne ho avuto una riprova durante la visita della mostra “Incidenze del vuoto”, di Giuseppe Penone, uno dei più importanti artisti italiani, esponente del movimento Arte Povera, conclusasi da poco a Cuneo.
Continua a leggereFilari, siepi e grovigli
Ampelio Tettamanti (1914-1961) fu esponente di quel gruppo di artisti del realismo milanese, formato, tra gli altri, da Giovanni Fumagalli, Aldo Brizzi, Angelo Ferreri, Maria Antonietta Ramponi, Giuseppe Scalvini, che, negli anni ’50, si riuniva nella galleria “Borgonovo 15”. Artista politicamente impegnato, dipinse operai, contadini, mondine, donne intente al lavoro domestico, fabbriche, le Bovise.
I suoi lavori si aggiudicarono numerosi premi: nel 1955 il premio Suzzara, nel 1958 il premio Modigliani e nel 1961 il premio Ramazzotti. Viaggiò in Cina e Russia, dove schizzò scene di vita quotidiana e disegnò per Feltrinelli la copertina, della prima edizione, del Dottor Zivago di Boris Pasternak.
Continua a leggereBagliori dagli Antipodi
L’Australia ha preso il posto dell’Amazzonia nelle nostre preoccupazioni e nei nostri incubi diurni. Le notizie che ci sono giunte sulle conseguenze dei roghi che si sono sviluppati, sono certamente drammatiche. Parlano di ca. 10 milioni di ettari di territorio coinvolto (un terzo dell’Italia), persone morte o senza casa, un numero elevato di animali periti nelle fiamme, quattrocento milioni di tonnellate di CO2 riversate nell’atmosfera (pari a quelle emesse da vulcani e altri processi geologici, ogni anno, nel mondo).
Continua a leggereIn principio era l’orto
Gilles Clément, il celebre paesaggista, ma anche ingegnere agronomo, entomologo, botanico, filosofo; nel suo saggio “Breve Storia del Giardino”, afferma che il primo giardino è un orto. L’uomo nomade decide di interrompere le proprie peregrinazioni per un motivo eminentemente alimentare, perché ha trovato un luogo dove poter coltivare i propri alimenti. Il primo giardino è anche un recinto, perché quegli alimenti non sono a disposizione di tutti e va protetto.
La più felice espressione del connubio tra giardino e orto è l’orto dei re a Versailles, il giardino alimentare che deve assicurare il rifornimento della tavola reale, ma anche il luogo di sperimentazione di tecniche di coltivazione e di potatura.
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