L’ultimo post di questo anno è composto da un biglietto di auguri e da ringraziamenti. Di auguri abbiamo certamente bisogno tutti, ma non possiamo nasconderci che le frasi e gli aggettivi di rito quest’anno corrono il rischio di apparire inappropriati. Sappiamo già che il Natale sarà in tono minore e che il 2021 sarà ancora occupato, almeno per buona parte, dai bollettini della pandemia, anche se speriamo che i vaccini arrivino in fretta e siano efficaci. Per il biglietto ho scelto una gouache di Manfredo Fanti e una poesia di Aky Vetere tratti da Errare Humanum Est, lavoro curato assieme a loro anche da Rossana Baroni. Ma questo è anche il momento dei ringraziamenti agli artisti, che hanno particolarmente sofferto in questo periodo di chiusura di mostre, gallerie e musei, perché avremo ancora più bisogno delle loro opere e delle loro immagini, per aiutarci a sopportare e a elaborare la fase che stiamo vivendo e quindi vogliamo incoraggiarli a continuare nel loro lavoro.
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La nona onda
“La nona onda” è un dipinto del 1850 di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij, attualmente esposto al Museo di Stato di San Pietroburgo. Raffigura alcuni uomini, scampati a un naufragio, aggrappati a quello che resta del pennone della nave su cui erano imbarcati. Il cielo si sta aprendo ma il mare infuria ancora e la più grande delle onde, che si ripeterebbero secondo la tradizione marinara a gruppi di nove sempre più grandi, sta per abbattersi su di loro.
Il quadro, a cui si è ispirato anche l’artista cinese Cai Guo Qiang per la realizzazione di una sua opera omonima nel 2014, può essere visto come una metafora della situazione che il genere umano sta vivendo nell’attuale pandemia. Stiamo resistendo e limitando i danni ma la nostra “nona onda” è questa o deve ancora arrivare?
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