Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.
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Auguri e ringraziamenti
L’ultimo post di questo anno è composto da un biglietto di auguri e da ringraziamenti. Di auguri abbiamo certamente bisogno tutti, ma non possiamo nasconderci che le frasi e gli aggettivi di rito quest’anno corrono il rischio di apparire inappropriati. Sappiamo già che il Natale sarà in tono minore e che il 2021 sarà ancora occupato, almeno per buona parte, dai bollettini della pandemia, anche se speriamo che i vaccini arrivino in fretta e siano efficaci. Per il biglietto ho scelto una gouache di Manfredo Fanti e una poesia di Aky Vetere tratti da Errare Humanum Est, lavoro curato assieme a loro anche da Rossana Baroni. Ma questo è anche il momento dei ringraziamenti agli artisti, che hanno particolarmente sofferto in questo periodo di chiusura di mostre, gallerie e musei, perché avremo ancora più bisogno delle loro opere e delle loro immagini, per aiutarci a sopportare e a elaborare la fase che stiamo vivendo e quindi vogliamo incoraggiarli a continuare nel loro lavoro.
Continua a leggereBathygraphica. Come gli abissi marini divennero visibili grazie al lavoro della scienziata Marie Tharp e del pittore Heinrich Berann.
La Giornata Mondiale degli Oceani si celebra l’8 giugno ed è l’occasione per riflettere sulla loro importanza. Essi coprono il 71% della superficie del globo terrestre, producendo il 50% dell’ossigeno e intercettando il 30% di tutta l’anidride carbonica. Questi benefici sono minacciati dall’aumento della loro temperatura media che non deve superare i 15° e dai rifiuti plastici che creano vere e proprie isole, con conseguenze per pesci e uccelli.
Nonostante siano stati percorsi sin dall’antichità, fino alla prima metà del ventesimo secolo è stato impossibile far giungere fin nelle loro profondità il nostro sguardo. I circa undici chilometri della Fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica, sono da considerarsi, per quanto riguarda la visibilità, alla pari dello spazio cosmico più profondo, senza però che ad oggi, a differenza che per quest’ultimo, sia stato possibile realizzare un “telescopio” che ci consenta di osservare cosa accada sul fondo del mare.
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