Quando mi sono imbattuto casualmente nei dipinti di Gianni Mantovani (Concordia, MO, 1950), ho provato quella sensazione di andare oltre che è una delle componenti dell’emozione che provoca in noi un’opera d’arte e che, per l’appunto, mi ha spinto ad andare al di là dell’apparente semplicità della scena rappresentata. Pochi colori, quasi sempre il rosso, qualche volta il giallo, meno spesso l’azzurro, e poi il bianco e il nero. Figure elementari di case e chiese, alberi appena accennati con chiome tonde o affusolate, colline ripidissime o pianori, mai persone o animali. Una semplificazione della realtà non istintiva ma ragionata, certo molto vicina a quella che operano i più piccoli quando disegnano, perché i suoi lavori appaiono del tutto simili a quelli di un bambino anche se sono il risultato di un ragionamento, di una riflessione, di una scelta.
Continua a leggereLa natura essenziale di Gianni Mantovani
(Tempo di lettura 4 minuti)