Ancora settant’anni fa la caccia grossa, cioè la caccia ad animali di grandi dimensioni, anche quando non costituivano un pericolo per l’uomo, era considerata un’attività eticamente ammissibile. Oggi invece, il proposito di abbattere un’orsa che ha ucciso un essere umano, viene ritenuto inutile, non necessario e non accettabile. Allo stesso tempo discutiamo di ridurre i consumi di carne e di fare ricorso a quella sintetica, questa volta più per ragioni ambientali che per motivi di compassione ma, allo stesso tempo, ci avviamo a consumare gli insetti perché meno impattanti ma molto ricchi di proteine. Qualcosa di profondo è cambiato nel nostro senso comune sugli animali, certo anche per la loro maggiore diffusione nelle nostre case e tuttavia, essi restano un enigma su cui continuiamo ad interrogarci, perché non parlano e quindi possiamo basarci solo sul linguaggio del loro corpo e sul loro sguardo per interpretare le loro intenzioni e i loro sentimenti nei nostri confronti. In fondo, più che dalle considerazioni filosofiche di Peter Singer, secondo cui tutti gli esseri e non solo l’uomo provano la sensazione del dolore, ci sentiamo uniti a loro dal sentimento, che figurativamente trova sede nel cuore.
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