L’ultimo post di questo anno è composto da un biglietto di auguri e da ringraziamenti. Di auguri abbiamo certamente bisogno tutti, ma non possiamo nasconderci che le frasi e gli aggettivi di rito quest’anno corrono il rischio di apparire inappropriati. Sappiamo già che il Natale sarà in tono minore e che il 2021 sarà ancora occupato, almeno per buona parte, dai bollettini della pandemia, anche se speriamo che i vaccini arrivino in fretta e siano efficaci. Per il biglietto ho scelto una gouache di Manfredo Fanti e una poesia di Aky Vetere tratti da Errare Humanum Est, lavoro curato assieme a loro anche da Rossana Baroni. Ma questo è anche il momento dei ringraziamenti agli artisti, che hanno particolarmente sofferto in questo periodo di chiusura di mostre, gallerie e musei, perché avremo ancora più bisogno delle loro opere e delle loro immagini, per aiutarci a sopportare e a elaborare la fase che stiamo vivendo e quindi vogliamo incoraggiarli a continuare nel loro lavoro.
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Filari, siepi e grovigli
Ampelio Tettamanti (1914-1961) fu esponente di quel gruppo di artisti del realismo milanese, formato, tra gli altri, da Giovanni Fumagalli, Aldo Brizzi, Angelo Ferreri, Maria Antonietta Ramponi, Giuseppe Scalvini, che, negli anni ’50, si riuniva nella galleria “Borgonovo 15”. Artista politicamente impegnato, dipinse operai, contadini, mondine, donne intente al lavoro domestico, fabbriche, le Bovise.
I suoi lavori si aggiudicarono numerosi premi: nel 1955 il premio Suzzara, nel 1958 il premio Modigliani e nel 1961 il premio Ramazzotti. Viaggiò in Cina e Russia, dove schizzò scene di vita quotidiana e disegnò per Feltrinelli la copertina, della prima edizione, del Dottor Zivago di Boris Pasternak.
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