Ogni mostra è una “trappola”, un ambiente dove venite attratti e in cui curatore, gallerista e artista hanno collaborato o “cospirato” per presentarvi una nuova realtà, per suggestionarvi e per farvi immergere in un ambiente estraneo e diverso da quello che vi siete lasciato alle spalle, una volta che avete superato la soglia della galleria. A questo effetto si somma quello di ogni singola opera. Ogni lavoro artistico, ogni installazione, ogni quadro, video, scultura, fotografia, sono il tentativo dell’artista di portarvi nel suo mondo, nella sua realtà che può essere volutamente ambigua e che può avere l’obiettivo di voler indagare il confine tra vero e falso, tra realtà e immaginazione, tra naturale e artificiale. Questo è ciò che ho pensato dopo aver visitato La prima passeggiata di Linda Carrara (Bergamo, 1984), allo spazio espositivo non profit The open box di Milano.
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